
La serata Venator Kingdom ha segnato una pagina importante delle MMA italiane e siamo fieri di aver dato il nostro importante contributo con la prestazione spettacolare del nostro atleta Stefano Paternò.
Lasciando da parte i commenti tecnici dei match, le polemiche sui risultati ecc. ecc… Vorremmo aprire una parentesi per sottolineare alcuni aspetti rilevanti del “Movimento Venator”. Paradossalmente un messaggio sfavorevole alla crescita di nuovi talenti in Italia (almeno per quanto ci riguarda!).
Fin dalla nascita di Venator il punto forte che abbiamo sempre voluto evidenziare è stata la neutralità degli organizzatori, ovvero, la non appartenenza ad un specifico team. Imparzialità dimostrata soprattutto da parte di Alex Dandi nell’assecondare sempre le nostre proposte di far partecipare Stefano Paternò nei pro e altri nostri atleti nella sotto card di alcuni eventi Venator.
Tuttavia, piano piano si è visto sempre di più il palese interesse (di cause ancora ignote) di far risaltare alcuni nomi come punti di riferimento per il miglioramento della tecnica degli atleti italiani.
Nello specifico, si è sentito Frank Merenda parlare spesso di un certo Jason Manly (ovviamente americano) e la sua “simpatia” per la MILANIMAL di Andrea Baggio. L’apoteosi c’è stata durante la campagna e l’evento Venator Kingdom stesso, con Alex Dandi che ha nominato ripetutamente la Milanimal e il “boss” Andrea Baggio. Per non parlare della registrazione pubblicitaria in loop durante lo streaming dal vivo ripetuta almeno 20 volte di seguito!! (Bellissima per carità, ma se vista al massimo due volte di fila).
A seguire riportiamo un breve passaggio dei commenti in diretta dello stesso Andrea Baggio assieme ad Alex Dandi in merito alla crescita di Stefano Paternò:
(Baggio, dopo aver affermato che Stefano ha dato spettacolo nei suoi due match precedenti trovando atleti di rilievo nazionale, ha trovato un però…)
Andrea Baggio: “Mio parere tecnico è di vedere dei ragazzi che iniziano a essere preparati , vuoi perché i coach lo sono di più, vuoi perché fanno dei camp negli Stati Uniti in palestre più prestigiose. Dal punto di vista tecnico manca ancora molto, non riescono, e questo probabilmente è la mancanza di scuola di lotta libera, insomma, il fatto di gestire i round, è cosa che li manca moltissimo.
Alex Dandi: “La mancanza della lotta libera, tra l’altro abbiamo parlato privatamente quando sono venuto a trovarti velocemente alla MILANIMAL. È difficile trovare in Italia istruttori di lotta libera adatti alla Mixed Martial Art.”
Andrea Baggio: “Nella realtà, il pubblico delle MMA si sta formando ora, il pubblico degli appassionati, dei cultori, il pubblico degli atleti. È una attività che sta nascendo ora, ora sento il fermento. Probabilmente 10 anni fa, quando è arrivato l’UFC , era la “protogenesis” di questo mondo. Sicuramente in un prossimo futuro io prevedo che ci sarà una classe dirigente di inseganti formati. Lo dico io che ho una scuola di Brazilian Jiu Jitsu che conta con 320 adulti che praticano. Una situazione abbastanza singolare. Da li nascerà anche probabilmente nuovi praticanti di MMA. Prima sarebbe stato ancora prematuro parlare di MMA.”
Premesso ciò, perché trovare sempre un però e sprecare parole prive di consistenze ignorando spudoratamente la nostra realtà oramai affermata da 10 anni? Un mancato rispetto per chi ha già una scuola piena di praticanti di MMA (adolescenti e adulti), un metodo UNICO e un formatore super preparato e molto valorizzato internazionalmente, Garcia Amadori.
Oltretutto, per quanto riguarda solamente il BRAZILIAN JIU JITSU, ribadiamo il fatto che da sempre abbiamo improntato il nostro BJJ sulla difesa personale e di conseguenza alle MMA. Mentre la MILANIMAL segue decisamente un BJJ prettamente sportivo. Due strade completamente distinte, confermate dalle solite dichiarazioni del celebre e stimato Rickson Gracie.
Cerchiamo dunque di valorizzare i talenti italiani senza ignorare la provenienza e la qualità della loro formazione. Forse la difficoltà nel riconoscerci sta nel fatto che TRA TUTTI GLI ATLETI VENATOR ITALIANI SIAMO GLI UNICI A PORTARE RISULTATI SENZA RICORRERE A SCUOLE O COACH ESTERI !
Chiusa la parentesi torniamo al lato bello della serata…
Come descrivere tanta emozione considerando che Stefano è arrivato nella nostra palestra 8 anni fa senza aver mai praticato alcuna disciplina da combattimento…
Dalla vittoria contro un ex UFC, Cody Steven Mckensie, al discusso pareggio con il gigante top fighter Giorgio Pietrini, la performance di Stefano è il risultato del rispetto di tutti quei valori con i quali il nostro metodo di insegnamento ALL POINTS si fonda: i valori universali dello sport (lealtà, tolleranza, rispetto, concentrazione, fair play), e alcuni specifici valori (passione, disciplina, competenza, esperienza, ricerca, innovazione, umiltà, costanza) considerati da Garcia fondamentali per chi insegna come per chi apprende una disciplina di combattimento e anche nella relazione che si crea tra allenatore, allievo e tutte le figure coinvolte nel processo di formazione.
È difficile trovare un bravo allenatore ma è altrettanto difficile trovare un bravo allievo…
Stefano e Garcia si sono trovati! Le loro strada si sono confluite in una fantastica sfida che richiede un “ciclo di apprendimento continuo dove NON SI SMETTE MAI DI IMPARARE” (metodo All Points).
