“L’Angelo Veneziano” poco prima di Natale ha comunicato la sua decisione controcorrente: lasciare la Jackson Wink MMA Academy del mitico Greg Jackson e scegliere il team di Garcia Amadori per preparare i suoi prossimi match. In questa intervista ci ha spiegato perché.

Manolo Zecchini e Garcia Amadori alla MMA Atletica BOXE

A soli 23 anni compiuti da poco Manolo Zecchini ,“l’Angelo Veneziano” , ha già alle spalle una carriera da fighter navigato. Con 13 match registrati sui data base internazionali con un record pro di 9-2 ed 8 successi prima del limite (7 per Ko ed 1 per sottomissione).

Un risultato già invidiabile così e che avrebbe potuto essere ancora più consistente se, come ci sta per raccontare, un paio di infortuni non lo avessero costretto a lunghi periodi di stop.

Ha inoltre trascorso molto tempo ad allenarsi in due dei più famosi team di MMA al Mondo: la Jackson Wink MMA Academy e la Kings MMA.

Il portale americano TAPOLOGY lo classifica sesto nel suo ranking italiano dei pesi Leggeri, davanti a fighters sotto contratto con top promotions mondiali come Scatizzi, Botti e Solli. Gli abbiamo quindi chiesto di raccontarci il suo percorso nel mondo delle MMA e i perché di questa scelta.

“Le arti marziali sono la mia vita – ci spiega – e la decisione di stabilirmi a Milano alla MMA Atletica Boxe è solo l’ultimo passo di un cammino che voglio sia ancora molto lungo. Ho iniziato praticando il karate che avevo solo 4 anni e mezzo. I miei genitori avevano capito che avevo un temperamento particolarmente vivace ed energico. Una decisione che mi è risultata molto utile perché mi ha permesso di acquisire da subito molto autocontrollo e sicurezza e, a differenza di tanti miei coetanei, mi ha tenuto lontano dalla strada. Sono cresciuto a Marghera che non è proprio una zona tranquilla ed ho visto molti amici finire nella droga e nella delinquenza. “

Una dura esperienza in Brasile…

Crescendo ho provato poi a praticare pugilato e kickboxing per poi approdare, a 16 anni, alle MMA ed al BJJ. Ho disputato e vinto una gara di grappling e, a soli 17 anni, ho debuttato in gabbia con regole pro.  Sono poi andato in Brasile per allenarmi sfruttando delle conoscenze rivelatesi però poco affidabili. Mi sono ritrovato infatti a vivere sopra una discoteca, dormendo per terra in mezzo agli insetti. Una esperienza durissima ma, come dico sempre, sono partito bambino e tornato uomo. Piangevo ogni giorno ma la determinazione era più grande dello sconforto.  

Ci son rimasto un mese e mezzo finendo col disputare un match contro un atleta di casa, Rodrigo Gladiador, che aveva almeno il doppio degli 11 match all’epoca registrati sui database internazionali e di anni ne aveva 28 contro i miei 17 ed il mio unico incontro disputato.  La settimana prima del match è arrivato mio padre che mi ha aiutato a tagliare il peso. Ho vinto per ko al primo minuto del primo round con un gancio sinistro. Ho sbalordito il pubblico locale e sono finito anche in televisione. “

La prima volta di Manolo Zecchini negli USA assieme a Marvin Vettori e gli infortuni…

Chiusa quella straordinaria esperienza sono tornato in Italia e son rimasto qui fino al match a Venator 3 nel maggio 2016 quando ho conosciuto Marvin Vettori. Con lui sono andato per la prima volta negli USA per allenarmi alla Kings MMA. A settembre di quell’anno sono invece rientrato ed ho vinto il mio quarto match da pro dopo il quale purtroppo mi sono fratturato un ginocchio. L’infortunio mi è costato un anno di stop perché ho contratto anche un’infezione a seguito di esso. È stato terribile, ho perso 11 chili. Dopo questo calvario sono tornato ancora alla Kings per preparare il match vinto contro Manara ma successivamente ho patito una nuova frattura, questa volta a una mano.

Superata anche questa nuova disgrazia ho tenuto un nuovo camp negli States per affrontare Kocani ad IFC2 nel 2018, incontro che ho perso per troppa irruenza e mancanza di esperienza. Dopo quella sconfitta sono ritornato per un po’ nella mia Marghera dove ho aperto una palestra, la Fighting Angel. “

L’esperienza di Manolo Zecchini alla Jackson Wink…

A marzo dell’anno scorso sono invece volato in Gran Bretagna per combattere al Cage Warriors contro Danny Mathiasen. Sono partito bene ma mi sono infortunato alla caviglia, il mio avversario se ne è accorto e ne ha giustamente approfittato. Dopo quella sconfitta ho cambiato palestra passando alla Jackson Wink. È stata una esperienza utilissima, ci sono stato per alcuni mesi prima e dopo l’estate 2019, quando ho disputato e vinto un paio di match qui in Italia. Ho potuto aiutare Holly Holm nei suoi allenamenti e sono diventato molto amico di Diego Brandao e di Aaron Pico. Soprattutto però ho acquisito uno stile di combattimento più intelligente”.

UNA VITA QUASI ROMANZESCA NONOSTANTE TU SIA ANCORA GIOVANISSIMO. E ALLA LUCE DI TUTTE QUESTE ESPERIENZE COME HAI DECISIO DI PASSARE AL TEAM DI GARCIA AMADORI?

Lo conoscevo già, ero stato da lui per un breve periodo nel 2018. I motivi della mia scelta sono presto detti. Garcia Amadori è un vero tecnico professionista di MMA. Ha atleti con ottimi risultati dovuti al suo metodo di allenamento ALL POINTS, cioè, alla sua capacità di seguirti a 360 gradi in tutti gli aspetti della preparazione, cosa che mi mancava in USA.

L’America è un ottimo posto per fare sparring. Ti fa crescere come persona ma di contro ci sono altri problemi. Se non sei un top fighter non ti seguono, sei lasciato a te stesso.”

STAI DICENDO L’OPPOSTO DI TUTTI I FIGHTER ITALANI CHE HANNO SCELTO DI FAR BASE ALL’ESTERO…

Lo so, dicono che è un vantaggio avere tanti coach, uno per ogni aspetto tecnico delle MMA. Per me invece è sbagliatissimo. È come se in una azienda ci fossero 10 capi ognuno con la sua testa e le sue idee invece di uno solo. Per me invece ci deve essere un unico coach con una visione d’insieme e competenze in tutto. Ho trovato tutto questo in Garcia. Tornerò anche in America ogni tanto per rivedere gli amici e fare esperienza ma sarà tutto diverso. Sarà una opportunità che potrò sfruttare veramente grazie all’impostazione che mi darà il Maestro Amadori. “

QUALI SONO I TUOI OBIETTIVI PER IL 2020?

A marzo dovrei tornare a combattere. Spero di poter annunciare presto dove e con chi. Per il resto io ho un solo traguardo in testa: arrivare in UFC. Ho già avuto proposte anche da altre top promotion per contratti multifight ma li ho rifiutati. Accetterò solo proposte per match singoli finché non arriverà quella di Dana White”.

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